giovedì 13 novembre 2014

PIOVONO SFRATTI



A differenza di quanto ci riportano le cronache milanesi, a Saronno gli sfratti non riguardano famiglie occupanti abusivamente case ALER ( a parte episodiche azioni dimostrative di gruppetti politici): un attento monitoraggio delle abitazioni  operato dagli Uffici  comunali riesce a tenere sotto stretto controllo la regolare assegnazione  delle case popolari. Gli sfratti, quasi tutti da abitazioni di privati,  sono prevalentemente  legati alla cosiddetta “morosità incolpevole”, cioè all’impoverimento dell’inquilino che, perso il posto di lavoro, non è più stato in condizione di pagare affitto e spese condominiali. Ad ottobre nelle prime 30  posizioni  della graduatoria  ERP si trovavano n°21 sfratti esecutivi, in procinto di essere eseguiti,   ma solo per  11 famiglie è stato possibile assegnare un alloggio : il patrimonio pubblico è ormai del tutto insufficiente a  rispondere a questo aumento di domanda. Altri sfratti in corso riguardano famiglie che sono nell’impossibilità a partecipare al bando delle case popolari: nuclei stranieri cui manca il requisito dei 5 anni continuativi in Lombardia, anche se sono in Italia da 10 o più anni, oppure  proprietari di case vendute all’asta per insolvenza nel pagamento del mutuo. In questi casi, nessuna risposta è possibile da parte del Comune, nemmeno per un alloggio di emergenza. I due  alloggi di emergenza vengono utilizzati esclusivamente per passaggi temporanei di nuclei  di sfrattati per i quali è stato definito l’alloggio di destinazione, e limitatamente al  tempo necessario perché l’alloggio si renda effettivamente disponibile. In caso contrario si verificherebbe con ragionevole certezza l’occupazione stabile dell’alloggio di emergenza, portando da un lato al venire meno della risorsa, dall’altro alla necessità di ricorrere allo sfratto coinvolgendo Tribunale e  forze dell’ordine . Il reperimento di alloggi sul libero mercato da affittare a sfrattati è estremamente arduo  perché (comprensibilmente) nessuno affitta a famiglie sfrattate, spesso numerose, con  pochi  o pochissimi mezzi economici. L’assunzione di un diretto impegno del Comune a questo scopo è fuori discussione, dato il divieto normativo di stipulare nuovi affitti  e la presenza di limitatissimi  fondi sul capitolo dedicato al sostegno affitto, istituito al solo scopo di  intervenire saltuariamente in pochissime situazioni  in temporanea difficoltà. In queste condizioni , perdurando la crisi economica, l’emergenza abitativa è destinata a diventare un problema  costante ed insolvibile dell’attività amministrativa.

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