A differenza di quanto ci riportano le cronache milanesi, a Saronno gli
sfratti non riguardano famiglie occupanti abusivamente case ALER ( a parte
episodiche azioni dimostrative di gruppetti politici): un attento monitoraggio
delle abitazioni operato dagli Uffici comunali riesce a tenere sotto stretto
controllo la regolare assegnazione delle
case popolari. Gli sfratti, quasi tutti da abitazioni di privati, sono prevalentemente legati alla cosiddetta “morosità incolpevole”,
cioè all’impoverimento dell’inquilino che, perso il posto di lavoro, non è più
stato in condizione di pagare affitto e spese condominiali. Ad ottobre nelle
prime 30 posizioni della graduatoria ERP si trovavano n°21 sfratti esecutivi, in
procinto di essere eseguiti, ma solo
per 11 famiglie è stato possibile
assegnare un alloggio : il patrimonio pubblico è ormai del tutto insufficiente
a rispondere a questo aumento di
domanda. Altri sfratti in corso riguardano famiglie che sono nell’impossibilità
a partecipare al bando delle case popolari: nuclei stranieri cui manca il
requisito dei 5 anni continuativi in Lombardia, anche se sono in Italia da 10 o
più anni, oppure proprietari di case
vendute all’asta per insolvenza nel pagamento del mutuo. In questi casi, nessuna
risposta è possibile da parte del Comune, nemmeno per un alloggio di emergenza.
I due alloggi di emergenza vengono
utilizzati esclusivamente per passaggi temporanei di nuclei di sfrattati per i quali è stato definito
l’alloggio di destinazione, e limitatamente al
tempo necessario perché l’alloggio si renda effettivamente disponibile.
In caso contrario si verificherebbe con ragionevole certezza l’occupazione
stabile dell’alloggio di emergenza, portando da un lato al venire meno della
risorsa, dall’altro alla necessità di ricorrere allo sfratto coinvolgendo
Tribunale e forze dell’ordine . Il
reperimento di alloggi sul libero mercato da affittare a sfrattati è
estremamente arduo perché
(comprensibilmente) nessuno affitta a famiglie sfrattate, spesso numerose, con pochi
o pochissimi mezzi economici. L’assunzione di un diretto impegno del
Comune a questo scopo è fuori discussione, dato il divieto normativo di
stipulare nuovi affitti e la presenza di
limitatissimi fondi sul capitolo
dedicato al sostegno affitto, istituito al solo scopo di intervenire saltuariamente in pochissime
situazioni in temporanea difficoltà. In
queste condizioni , perdurando la crisi economica, l’emergenza abitativa è
destinata a diventare un problema
costante ed insolvibile dell’attività amministrativa.
Nessun commento:
Posta un commento