sabato 29 novembre 2014

CASA DELLA SOLIDARIETÀ: PROBLEMA URBANISTICO O REGALO PER LA CITTÀ?

Premessa
Nella seduta del 1 ottobre il Consiglio Comunale è chiamato a votare una delibera con oggetto:  “rifunzionalizzazione edificio via Piave/via Petrarca (ex BNL)”, in quanto la Fondazione Eurojersey di Varese ha acquisito detto immobile e ne chiede il cambio di destinazione  d’uso da funzione terziario/direzionale a servizi socio-assistenziali.Il Consiglio, in applicazione delle norme vigenti, deve esprimersi se tale iniziativa privata abbia un interesse generale pubblico e quindi concedere all’attuatore, in relazione ai ritorni sociali previsti per la collettività, di non pagare alle casse del Comune il contributo di costruzione (circa 80.000 euro), previstoper il cambio di destinazione d’uso.
Il progetto, redatto dallo Studio TecnicoVolontè, prevede che il fabbricato,composto da cinque piani fuori terra, un piano di sottotetto e due piani interrati,per un totale di superficie lorda  pari a mq. 3.838, oltre alle pertinenze esterne, sia interamente destinato ad attività legate a servizi socio-assistenziali, al fine di dare risposta ai tanti bisogni sociali esistenti sul territorio,realizzando a tale scopo una vera e propria Casa della Solidarietà.
Si prevede che:
• il piano secondo interrato sia adibitoa cantine;
• il piano primo interrato ospiti i ma-gazzini delle associazioni di solidarietà,
una mensa con il servizio di cucina e il servizio docce;
• il piano terra ospiti i nuovi ambienti della Guardia Medica, due “centri di ascolto” ed un ambiente di soggiorno riservato alle attività sociali degliospiti della Casa;
• il primo piano ospiti la nuova sededella Croce Rossa e delle camere per l’ospitalità notturna (sei posti letto);
• il secondo ed il terzo piano, al momentoancora liberi, restino per oraindefiniti, ma siano comunque destinati a futuri bisogni emergenti;
• il quarto piano ospiti le sedi delle Associazionidi solidarietà che troveranno spazio all’interno della Casae le sale riunioni;
• il piano sottotetto rimanga uno spazio accessorio di cui definire ancora la destinazione.
Nella stessa giornata del 1° ottobre un Comitato spontaneo formato da cittadini dell’Aquilone presenta all’Amministrazione comunale la richiesta di rinviare il punto all’ordine del giorno per
poter essere meglio informati del progetto di riqualificazione presentato e dell’impatto dello stesso sul quartiere.
Riflessioni espresse durante il Consiglio Comunale
Non c’è dubbio che il progetto abbia tutte la carte in regola, sotto il profilo delle norme vigenti per ottenere il riconoscimento della funzione pubblica e sociale. Nessuno infatti può negare che effettivamente propone risposte, attraverso percorsi di solidarietà di cui questa comunità è ricca, a bisogni sociali e di povertà crescente presenti in città e quindi l’esonero dei costi di costruzione deve essere per ciò concesso.
Nel contempo, proprio perché l’attuatore potrebbe comunque realizzare l’iniziativa pagando i costi del cambio di destinazione d’uso e proprio per l’importanza stessa del progetto - dimensioni dell’immobile scelto per ospitare la Casa, compresenza di più servizi rispetto al loro decentramento attuale, presenza più o meno certa delle varie Associazioni di cui si è ipotizzata la disponibilità a trasferirsi nell’immobile, concentrazione di maggiori flussi di utenti con potenziali ricadute negative
sul territorio, a cominciare dall’assenza nel progetto di sufficienti parcheggi dedicati ai servizi presenti nella Casa (auto CRI e Guardia Medica), ai volontari,ai membri delle Associazioni ed
agli utenti – siamo convinti che sia utile richiedere alcune precisazioni preventive tali per cui l’iniziativa nasca con tutte le qualità positive che deve avere, evitando una sottovalutazione pericolosa di possibili ricadute negative future.
Un maggiore coinvolgimento della città tutta, in primis degli abitanti del quartiere, può evitare escalation individualistiche e al contrario sviluppare percorsi virtuosi di coinvolgimento nella gestione, per creare una struttura aperta, con servizi misti, utili a tutta la città, con regole certe di fruizione dei servizi e di ritornoper il quartiere in termini di socialità e aggregazione, soprattutto giovanile.
Per tali ragioni abbiamo sostenuto in Consiglio Comunale il ritiro del punto all’odg.
I passi successivi
Il rinvio della votazione ha concesso tempo alla Fondazione per meglio esplicitare il progetto ed ascoltare i cittadini del quartiere con le loro richieste,prendendo in esame la costituzione di un “tavolo di lavoro”, in cui coinvolgere il quartiere stesso. Gli obiettivi sono,attraverso la collaborazione di tutti, trovare soluzione alle perplessità e definire nel dettaglio la tipologia e l’impatto territoriale dei servizi che verrebbero concentrati nella palazzina. Non è la vittoria di uno sull’altro, ma quella del buon senso, quindi è vittoria di tutti.
La nostra posizione
Sicuramente crediamo nei valori che emergono dal progetto: la solidarietà, l’umanità, l’accoglienza, la giustizia, il servizio per il bene della comunità sono valori che ci appartengono da sempre, ma nel contempo non vogliamo che il progetto si realizzi senza il coinvolgimento di tutta la città ed in particolare del quartiere.
Conviene anche alla Fondazione procedere ad annullare le riserve emerse verso il progetto resentato, superandola tentazione di un certo “buonismo distruttivo”. Preoccupazioni, paure e bisogni dei
cittadini devono essere ascoltati, anche quando frasi del tipo “io sono d’accordo purché la Casa sia realizzata lontano da casa mia e dal quartiere” non aiutano certo a trovare soluzioni rispetto alle azioni fin qui intraprese dalla Fondazione con l’acquisto dell’immobile. La paura, l’ansia del nuovo si possono comprendere, soprattutto in una fase difficile come questa, ma le si battono soltanto ascoltandoci reciprocamente e trovando motivazioni condivise. A nulla servono scontri tra fazioni contrapposte: non stiamo giocando un derby tra i buoni (coloro che vogliono aiutare le persone in difficoltà) e i cattivi (i cittadini del quartiere). La partita è una sola e, nella situazione data, deve essere vinta da tutti insieme. Il valore della solidarietà è un valore di tutti, credenti e non credenti, fa parte della cultura e dell’agire della nostra città. I problemi che potrebbero emergere nella gestione della Casa della Solidarietà però non saranno solo dellaFondazione, ma di tutta la città. Ed è per questo che l’Amministrazione comunale ha non solo il diritto, ma anche il dovere di far sì che la prospettiva si realizzi al meglio. Non siamo in presenza di una semplice questione urbanistica, ma di un’iniziativa di ampio spettro sociale con ricadute positive che comunque andranno governate con consapevolezza e lungimiranza. Come forza politica ci sentiamo pronti a dare il nostro contributo, assumendo pienamente il ruolo che ci compete: analizzare le eventuali criticità e porre in atto tutte
le strategie necessarie a risolverle preventivamente.
Fare tutti gli approfondimenti del caso, progettare da subito tutti gli utilizzi, circoscrivere le regole di gestione, individuare le varie responsabilità, ottenere tutte le garanzie necessarie, definire uno schema di convenzione con l’attuatore che metta in chiaro fin da subito i diritti ed i doveri che ogni attore si
impegna a rispettare anche attraverso il coinvolgimento della città e dei cittadini del quartiere: questi alcuni dei compiti che riteniamo legittimo esercitare nell’interesse di Saronno.
Ci aspettiamo quindi che dal dibattito esca una proposta certa, con attori certi, con spazi che possano portare un valore aggiunto rispetto alla situazione attuale, con una connessione tra la parte progettuale e la parte operativa-gestionale puntuale, in grado di trasformare l’intervento da potenziale deficit a occasione e opportunità per risolvere i problemi storici della città, a partire dal quartiere dove l’intervento si colloca.
In definitiva vogliamo un’opera ben fatta, che portando all’impegno sociale tanta gente sicuramente non genererà in futuro più problemi di quelli che oggi tenta di risolvere. Solo così sarà un Regalo per tutta la comunità saronnese.

Partito Democratico Saronno

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