AUGURI A TUTTI DI BUON NATALE!!!!
mercoledì 17 dicembre 2014
domenica 7 dicembre 2014
giovedì 4 dicembre 2014
NATALE #FAMILYFRIENDLY A SARONNO
Cari amici
siamo lieti di anticiparvi il pieghevole "Scopri Saronno a Natale" che illustra le occasioni per stare insieme in allegria, i momenti culturali organizzati in collaborazione con molte associazioni cittadine ed il Teatro Giuditta Pasta per animare il periodo del Natale nella nostra città e rendere maggiormente conosciuto il nostro centro storico - centro commerciale naturale.
IL VOLANTINO CON GLI EVENTI E' CONSULTABILE CLICCANDO SULLE IMMAGINI A SINISTRA.
Auguriamo a tutti di riscoprire, anche in questo modo, la nostra Saronno.
A presto
siamo lieti di anticiparvi il pieghevole "Scopri Saronno a Natale" che illustra le occasioni per stare insieme in allegria, i momenti culturali organizzati in collaborazione con molte associazioni cittadine ed il Teatro Giuditta Pasta per animare il periodo del Natale nella nostra città e rendere maggiormente conosciuto il nostro centro storico - centro commerciale naturale.
IL VOLANTINO CON GLI EVENTI E' CONSULTABILE CLICCANDO SULLE IMMAGINI A SINISTRA.
Auguriamo a tutti di riscoprire, anche in questo modo, la nostra Saronno.
sabato 29 novembre 2014
CASA DELLA SOLIDARIETÀ: PROBLEMA URBANISTICO O REGALO PER LA CITTÀ?
Premessa
Nella seduta del 1 ottobre il Consiglio Comunale è chiamato a votare una delibera con oggetto: “rifunzionalizzazione edificio via Piave/via Petrarca (ex BNL)”, in quanto la Fondazione Eurojersey di Varese ha acquisito detto immobile e ne chiede il cambio di destinazione d’uso da funzione terziario/direzionale a servizi socio-assistenziali.Il Consiglio, in applicazione delle norme vigenti, deve esprimersi se tale iniziativa privata abbia un interesse generale pubblico e quindi concedere all’attuatore, in relazione ai ritorni sociali previsti per la collettività, di non pagare alle casse del Comune il contributo di costruzione (circa 80.000 euro), previstoper il cambio di destinazione d’uso.
Il progetto, redatto dallo Studio TecnicoVolontè, prevede che il fabbricato,composto da cinque piani fuori terra, un piano di sottotetto e due piani interrati,per un totale di superficie lorda pari a mq. 3.838, oltre alle pertinenze esterne, sia interamente destinato ad attività legate a servizi socio-assistenziali, al fine di dare risposta ai tanti bisogni sociali esistenti sul territorio,realizzando a tale scopo una vera e propria Casa della Solidarietà.
Si prevede che:
• il piano secondo interrato sia adibitoa cantine;
• il piano primo interrato ospiti i ma-gazzini delle associazioni di solidarietà,
una mensa con il servizio di cucina e il servizio docce;
• il piano terra ospiti i nuovi ambienti della Guardia Medica, due “centri di ascolto” ed un ambiente di soggiorno riservato alle attività sociali degliospiti della Casa;
• il primo piano ospiti la nuova sededella Croce Rossa e delle camere per l’ospitalità notturna (sei posti letto);
• il secondo ed il terzo piano, al momentoancora liberi, restino per oraindefiniti, ma siano comunque destinati a futuri bisogni emergenti;
• il quarto piano ospiti le sedi delle Associazionidi solidarietà che troveranno spazio all’interno della Casae le sale riunioni;
• il piano sottotetto rimanga uno spazio accessorio di cui definire ancora la destinazione.
Nella stessa giornata del 1° ottobre un Comitato spontaneo formato da cittadini dell’Aquilone presenta all’Amministrazione comunale la richiesta di rinviare il punto all’ordine del giorno per
poter essere meglio informati del progetto di riqualificazione presentato e dell’impatto dello stesso sul quartiere.
Riflessioni espresse durante il Consiglio Comunale
Non c’è dubbio che il progetto abbia tutte la carte in regola, sotto il profilo delle norme vigenti per ottenere il riconoscimento della funzione pubblica e sociale. Nessuno infatti può negare che effettivamente propone risposte, attraverso percorsi di solidarietà di cui questa comunità è ricca, a bisogni sociali e di povertà crescente presenti in città e quindi l’esonero dei costi di costruzione deve essere per ciò concesso.
Nel contempo, proprio perché l’attuatore potrebbe comunque realizzare l’iniziativa pagando i costi del cambio di destinazione d’uso e proprio per l’importanza stessa del progetto - dimensioni dell’immobile scelto per ospitare la Casa, compresenza di più servizi rispetto al loro decentramento attuale, presenza più o meno certa delle varie Associazioni di cui si è ipotizzata la disponibilità a trasferirsi nell’immobile, concentrazione di maggiori flussi di utenti con potenziali ricadute negative
sul territorio, a cominciare dall’assenza nel progetto di sufficienti parcheggi dedicati ai servizi presenti nella Casa (auto CRI e Guardia Medica), ai volontari,ai membri delle Associazioni ed
agli utenti – siamo convinti che sia utile richiedere alcune precisazioni preventive tali per cui l’iniziativa nasca con tutte le qualità positive che deve avere, evitando una sottovalutazione pericolosa di possibili ricadute negative future.
Un maggiore coinvolgimento della città tutta, in primis degli abitanti del quartiere, può evitare escalation individualistiche e al contrario sviluppare percorsi virtuosi di coinvolgimento nella gestione, per creare una struttura aperta, con servizi misti, utili a tutta la città, con regole certe di fruizione dei servizi e di ritornoper il quartiere in termini di socialità e aggregazione, soprattutto giovanile.
Per tali ragioni abbiamo sostenuto in Consiglio Comunale il ritiro del punto all’odg.
I passi successivi
Il rinvio della votazione ha concesso tempo alla Fondazione per meglio esplicitare il progetto ed ascoltare i cittadini del quartiere con le loro richieste,prendendo in esame la costituzione di un “tavolo di lavoro”, in cui coinvolgere il quartiere stesso. Gli obiettivi sono,attraverso la collaborazione di tutti, trovare soluzione alle perplessità e definire nel dettaglio la tipologia e l’impatto territoriale dei servizi che verrebbero concentrati nella palazzina. Non è la vittoria di uno sull’altro, ma quella del buon senso, quindi è vittoria di tutti.
La nostra posizione
Sicuramente crediamo nei valori che emergono dal progetto: la solidarietà, l’umanità, l’accoglienza, la giustizia, il servizio per il bene della comunità sono valori che ci appartengono da sempre, ma nel contempo non vogliamo che il progetto si realizzi senza il coinvolgimento di tutta la città ed in particolare del quartiere.
Conviene anche alla Fondazione procedere ad annullare le riserve emerse verso il progetto resentato, superandola tentazione di un certo “buonismo distruttivo”. Preoccupazioni, paure e bisogni dei
cittadini devono essere ascoltati, anche quando frasi del tipo “io sono d’accordo purché la Casa sia realizzata lontano da casa mia e dal quartiere” non aiutano certo a trovare soluzioni rispetto alle azioni fin qui intraprese dalla Fondazione con l’acquisto dell’immobile. La paura, l’ansia del nuovo si possono comprendere, soprattutto in una fase difficile come questa, ma le si battono soltanto ascoltandoci reciprocamente e trovando motivazioni condivise. A nulla servono scontri tra fazioni contrapposte: non stiamo giocando un derby tra i buoni (coloro che vogliono aiutare le persone in difficoltà) e i cattivi (i cittadini del quartiere). La partita è una sola e, nella situazione data, deve essere vinta da tutti insieme. Il valore della solidarietà è un valore di tutti, credenti e non credenti, fa parte della cultura e dell’agire della nostra città. I problemi che potrebbero emergere nella gestione della Casa della Solidarietà però non saranno solo dellaFondazione, ma di tutta la città. Ed è per questo che l’Amministrazione comunale ha non solo il diritto, ma anche il dovere di far sì che la prospettiva si realizzi al meglio. Non siamo in presenza di una semplice questione urbanistica, ma di un’iniziativa di ampio spettro sociale con ricadute positive che comunque andranno governate con consapevolezza e lungimiranza. Come forza politica ci sentiamo pronti a dare il nostro contributo, assumendo pienamente il ruolo che ci compete: analizzare le eventuali criticità e porre in atto tutte
le strategie necessarie a risolverle preventivamente.
Fare tutti gli approfondimenti del caso, progettare da subito tutti gli utilizzi, circoscrivere le regole di gestione, individuare le varie responsabilità, ottenere tutte le garanzie necessarie, definire uno schema di convenzione con l’attuatore che metta in chiaro fin da subito i diritti ed i doveri che ogni attore si
impegna a rispettare anche attraverso il coinvolgimento della città e dei cittadini del quartiere: questi alcuni dei compiti che riteniamo legittimo esercitare nell’interesse di Saronno.
Ci aspettiamo quindi che dal dibattito esca una proposta certa, con attori certi, con spazi che possano portare un valore aggiunto rispetto alla situazione attuale, con una connessione tra la parte progettuale e la parte operativa-gestionale puntuale, in grado di trasformare l’intervento da potenziale deficit a occasione e opportunità per risolvere i problemi storici della città, a partire dal quartiere dove l’intervento si colloca.
In definitiva vogliamo un’opera ben fatta, che portando all’impegno sociale tanta gente sicuramente non genererà in futuro più problemi di quelli che oggi tenta di risolvere. Solo così sarà un Regalo per tutta la comunità saronnese.
Partito Democratico Saronno
Nella seduta del 1 ottobre il Consiglio Comunale è chiamato a votare una delibera con oggetto: “rifunzionalizzazione edificio via Piave/via Petrarca (ex BNL)”, in quanto la Fondazione Eurojersey di Varese ha acquisito detto immobile e ne chiede il cambio di destinazione d’uso da funzione terziario/direzionale a servizi socio-assistenziali.Il Consiglio, in applicazione delle norme vigenti, deve esprimersi se tale iniziativa privata abbia un interesse generale pubblico e quindi concedere all’attuatore, in relazione ai ritorni sociali previsti per la collettività, di non pagare alle casse del Comune il contributo di costruzione (circa 80.000 euro), previstoper il cambio di destinazione d’uso.
Il progetto, redatto dallo Studio TecnicoVolontè, prevede che il fabbricato,composto da cinque piani fuori terra, un piano di sottotetto e due piani interrati,per un totale di superficie lorda pari a mq. 3.838, oltre alle pertinenze esterne, sia interamente destinato ad attività legate a servizi socio-assistenziali, al fine di dare risposta ai tanti bisogni sociali esistenti sul territorio,realizzando a tale scopo una vera e propria Casa della Solidarietà.
Si prevede che:
• il piano secondo interrato sia adibitoa cantine;
• il piano primo interrato ospiti i ma-gazzini delle associazioni di solidarietà,
una mensa con il servizio di cucina e il servizio docce;
• il piano terra ospiti i nuovi ambienti della Guardia Medica, due “centri di ascolto” ed un ambiente di soggiorno riservato alle attività sociali degliospiti della Casa;
• il primo piano ospiti la nuova sededella Croce Rossa e delle camere per l’ospitalità notturna (sei posti letto);
• il secondo ed il terzo piano, al momentoancora liberi, restino per oraindefiniti, ma siano comunque destinati a futuri bisogni emergenti;
• il quarto piano ospiti le sedi delle Associazionidi solidarietà che troveranno spazio all’interno della Casae le sale riunioni;
• il piano sottotetto rimanga uno spazio accessorio di cui definire ancora la destinazione.
Nella stessa giornata del 1° ottobre un Comitato spontaneo formato da cittadini dell’Aquilone presenta all’Amministrazione comunale la richiesta di rinviare il punto all’ordine del giorno per
poter essere meglio informati del progetto di riqualificazione presentato e dell’impatto dello stesso sul quartiere.
Riflessioni espresse durante il Consiglio Comunale
Non c’è dubbio che il progetto abbia tutte la carte in regola, sotto il profilo delle norme vigenti per ottenere il riconoscimento della funzione pubblica e sociale. Nessuno infatti può negare che effettivamente propone risposte, attraverso percorsi di solidarietà di cui questa comunità è ricca, a bisogni sociali e di povertà crescente presenti in città e quindi l’esonero dei costi di costruzione deve essere per ciò concesso.
Nel contempo, proprio perché l’attuatore potrebbe comunque realizzare l’iniziativa pagando i costi del cambio di destinazione d’uso e proprio per l’importanza stessa del progetto - dimensioni dell’immobile scelto per ospitare la Casa, compresenza di più servizi rispetto al loro decentramento attuale, presenza più o meno certa delle varie Associazioni di cui si è ipotizzata la disponibilità a trasferirsi nell’immobile, concentrazione di maggiori flussi di utenti con potenziali ricadute negative
sul territorio, a cominciare dall’assenza nel progetto di sufficienti parcheggi dedicati ai servizi presenti nella Casa (auto CRI e Guardia Medica), ai volontari,ai membri delle Associazioni ed
agli utenti – siamo convinti che sia utile richiedere alcune precisazioni preventive tali per cui l’iniziativa nasca con tutte le qualità positive che deve avere, evitando una sottovalutazione pericolosa di possibili ricadute negative future.
Un maggiore coinvolgimento della città tutta, in primis degli abitanti del quartiere, può evitare escalation individualistiche e al contrario sviluppare percorsi virtuosi di coinvolgimento nella gestione, per creare una struttura aperta, con servizi misti, utili a tutta la città, con regole certe di fruizione dei servizi e di ritornoper il quartiere in termini di socialità e aggregazione, soprattutto giovanile.
Per tali ragioni abbiamo sostenuto in Consiglio Comunale il ritiro del punto all’odg.
I passi successivi
Il rinvio della votazione ha concesso tempo alla Fondazione per meglio esplicitare il progetto ed ascoltare i cittadini del quartiere con le loro richieste,prendendo in esame la costituzione di un “tavolo di lavoro”, in cui coinvolgere il quartiere stesso. Gli obiettivi sono,attraverso la collaborazione di tutti, trovare soluzione alle perplessità e definire nel dettaglio la tipologia e l’impatto territoriale dei servizi che verrebbero concentrati nella palazzina. Non è la vittoria di uno sull’altro, ma quella del buon senso, quindi è vittoria di tutti.
La nostra posizione
Sicuramente crediamo nei valori che emergono dal progetto: la solidarietà, l’umanità, l’accoglienza, la giustizia, il servizio per il bene della comunità sono valori che ci appartengono da sempre, ma nel contempo non vogliamo che il progetto si realizzi senza il coinvolgimento di tutta la città ed in particolare del quartiere.
Conviene anche alla Fondazione procedere ad annullare le riserve emerse verso il progetto resentato, superandola tentazione di un certo “buonismo distruttivo”. Preoccupazioni, paure e bisogni dei
cittadini devono essere ascoltati, anche quando frasi del tipo “io sono d’accordo purché la Casa sia realizzata lontano da casa mia e dal quartiere” non aiutano certo a trovare soluzioni rispetto alle azioni fin qui intraprese dalla Fondazione con l’acquisto dell’immobile. La paura, l’ansia del nuovo si possono comprendere, soprattutto in una fase difficile come questa, ma le si battono soltanto ascoltandoci reciprocamente e trovando motivazioni condivise. A nulla servono scontri tra fazioni contrapposte: non stiamo giocando un derby tra i buoni (coloro che vogliono aiutare le persone in difficoltà) e i cattivi (i cittadini del quartiere). La partita è una sola e, nella situazione data, deve essere vinta da tutti insieme. Il valore della solidarietà è un valore di tutti, credenti e non credenti, fa parte della cultura e dell’agire della nostra città. I problemi che potrebbero emergere nella gestione della Casa della Solidarietà però non saranno solo dellaFondazione, ma di tutta la città. Ed è per questo che l’Amministrazione comunale ha non solo il diritto, ma anche il dovere di far sì che la prospettiva si realizzi al meglio. Non siamo in presenza di una semplice questione urbanistica, ma di un’iniziativa di ampio spettro sociale con ricadute positive che comunque andranno governate con consapevolezza e lungimiranza. Come forza politica ci sentiamo pronti a dare il nostro contributo, assumendo pienamente il ruolo che ci compete: analizzare le eventuali criticità e porre in atto tutte
le strategie necessarie a risolverle preventivamente.
Fare tutti gli approfondimenti del caso, progettare da subito tutti gli utilizzi, circoscrivere le regole di gestione, individuare le varie responsabilità, ottenere tutte le garanzie necessarie, definire uno schema di convenzione con l’attuatore che metta in chiaro fin da subito i diritti ed i doveri che ogni attore si
impegna a rispettare anche attraverso il coinvolgimento della città e dei cittadini del quartiere: questi alcuni dei compiti che riteniamo legittimo esercitare nell’interesse di Saronno.
Ci aspettiamo quindi che dal dibattito esca una proposta certa, con attori certi, con spazi che possano portare un valore aggiunto rispetto alla situazione attuale, con una connessione tra la parte progettuale e la parte operativa-gestionale puntuale, in grado di trasformare l’intervento da potenziale deficit a occasione e opportunità per risolvere i problemi storici della città, a partire dal quartiere dove l’intervento si colloca.
In definitiva vogliamo un’opera ben fatta, che portando all’impegno sociale tanta gente sicuramente non genererà in futuro più problemi di quelli che oggi tenta di risolvere. Solo così sarà un Regalo per tutta la comunità saronnese.
Partito Democratico Saronno
lunedì 24 novembre 2014
IN PIAZZA - NOVEMBRE 2014
Anche questo mese è disponibile il nuovo numero di IN PIAZZA, periodico di approfondimento del PD Saronno.
Ne potrai trovare copia cartacea all'esterno della nostra sede oppure farne richiesta in formato digitale scrivendo a pdsaronno@gmail.com.
All'interno di questo numero:
PAG 1
Ne potrai trovare copia cartacea all'esterno della nostra sede oppure farne richiesta in formato digitale scrivendo a pdsaronno@gmail.com.
All'interno di questo numero:
PAG 1
- CASA DELLA SOLIDARIETÀ: PROBLEMA URBANISTICO O REGALO PER LA CITTÀ? (Nicola Gilardoni, capogruppo PD)
- NUOVA PROVINCIA, NUOVA OPPORTUNITÀ. (Francesco Licata @fralicata, Segretario PD Saronno)
- VARESE, IL VENTO E' CAMBIATO (Alfono Attardo, Consigliere provinciale e comunale PD)
- NOI, MIGRANTI CORAGGIOSE: MOUNA, DAL MAROCCO? (Katia Montresor)
- 22 NOVEMBRE: SARONNO CITTÀ MATURA. (Oriella Stamerra,Consigliere comunale PD)
- LA BOTTEGA CONTADINA A CASSINA FERRARA? (Giorgio Pozzi, Consigliere comunale PD indipendente)
- PRIMI RISULTATI DELLA ATTUAZIONE DEL PGT. (Giuseppe Campilongo, Assessore Urbanistica ambiente e territorio-comune di Saronno)
- VOLONTARIATO IN COMUNE ED ALBERT EINSTEIN (Valeria Valioni, CAssessore servizi alla persona, famiglia, solidarietà sociale, casa-comune di Saronno)
- COME USCIRE DALLA CRISI:UNA STRATEGIA CONTROVERSA (Stefano Giusto,Consigliere comunale PD)
- IL VERO MIRACOLO DELLA LEOPOLDA. (Alberto Paleardi)
- AGENDA
venerdì 21 novembre 2014
SEDI PD SOTTO ATTACCO
Due fatti gravissimi sono accaduti nei giorni scorsi a Milano-Corvetto e Castellanza, dove le sedi di circolo del PD sono State attaccate e vandalizzate da gruppi di estremisti di colori opposti: anarchici nel primo caso, neofascisti nel secondo.
A Milano inoltre, l'aggressione ha messo in pericolo l'incolumita' di alcuni anziani che si trovavano nella sede per una riunione estranea all'attivita' di partito.
Esprimiamo la nostra vicinanza e la nostra solidarieta' ai Democratici di Milano e di Castellanza, e alle persone che sono State aggredite.
Ci teniamo, però, a dare un messaggio: se questi personaggi, con il loro comportamento squallido e vile, pensano di spaventarci hanno proprio sbagliato.
La nostra comunità, fatta di persone che discutono e lavorano tutti i giorni sul territorio, nelle sedi di partito o nelle amministrazioni comunali, non si lasceranno certo intimidire da questi atti, ma proseguiranno con ancora maggior forza a fare della buona politica il modo per affermare le proprie idee.
giovedì 13 novembre 2014
PIOVONO SFRATTI
A differenza di quanto ci riportano le cronache milanesi, a Saronno gli
sfratti non riguardano famiglie occupanti abusivamente case ALER ( a parte
episodiche azioni dimostrative di gruppetti politici): un attento monitoraggio
delle abitazioni operato dagli Uffici comunali riesce a tenere sotto stretto
controllo la regolare assegnazione delle
case popolari. Gli sfratti, quasi tutti da abitazioni di privati, sono prevalentemente legati alla cosiddetta “morosità incolpevole”,
cioè all’impoverimento dell’inquilino che, perso il posto di lavoro, non è più
stato in condizione di pagare affitto e spese condominiali. Ad ottobre nelle
prime 30 posizioni della graduatoria ERP si trovavano n°21 sfratti esecutivi, in
procinto di essere eseguiti, ma solo
per 11 famiglie è stato possibile
assegnare un alloggio : il patrimonio pubblico è ormai del tutto insufficiente
a rispondere a questo aumento di
domanda. Altri sfratti in corso riguardano famiglie che sono nell’impossibilità
a partecipare al bando delle case popolari: nuclei stranieri cui manca il
requisito dei 5 anni continuativi in Lombardia, anche se sono in Italia da 10 o
più anni, oppure proprietari di case
vendute all’asta per insolvenza nel pagamento del mutuo. In questi casi, nessuna
risposta è possibile da parte del Comune, nemmeno per un alloggio di emergenza.
I due alloggi di emergenza vengono
utilizzati esclusivamente per passaggi temporanei di nuclei di sfrattati per i quali è stato definito
l’alloggio di destinazione, e limitatamente al
tempo necessario perché l’alloggio si renda effettivamente disponibile.
In caso contrario si verificherebbe con ragionevole certezza l’occupazione
stabile dell’alloggio di emergenza, portando da un lato al venire meno della
risorsa, dall’altro alla necessità di ricorrere allo sfratto coinvolgendo
Tribunale e forze dell’ordine . Il
reperimento di alloggi sul libero mercato da affittare a sfrattati è
estremamente arduo perché
(comprensibilmente) nessuno affitta a famiglie sfrattate, spesso numerose, con pochi
o pochissimi mezzi economici. L’assunzione di un diretto impegno del
Comune a questo scopo è fuori discussione, dato il divieto normativo di
stipulare nuovi affitti e la presenza di
limitatissimi fondi sul capitolo
dedicato al sostegno affitto, istituito al solo scopo di intervenire saltuariamente in pochissime
situazioni in temporanea difficoltà. In
queste condizioni , perdurando la crisi economica, l’emergenza abitativa è
destinata a diventare un problema
costante ed insolvibile dell’attività amministrativa.
martedì 4 novembre 2014
OCCUPAZIONI ABUSIVE: RIFLESSIONI CON LA CITTA'
Di fronte alla notizia della nuova occupazione della palazzina di Via Milano, tra l’altro già sgomberata, proponiamo una riflessione ai nostri concittadini tutti, in particolare a quelli che guardano con occhio benevolo alle ragioni degli occupanti.
Poniamoci una domanda: è preferibile per una comunità lasciare un immobile in stato di abbandono e degrado, oppure è preferibile che quell’immobile sia occupato da qualcuno che ne fa un centro di aggregazione e socialità?
Se per un momento non considerassimo le modalità in cui è avvenuta l’occupazione dell’immobile (se cioè in modo legale o illegale), non avremmo dubbi nel rispondere che preferiamo la seconda ipotesi: meglio un immobile vivo e attivo che uno morto e abbandonato.
Ma poniamoci ora una seconda, indispensabile, domanda: come ci si deve comportare nel momento in cui il legittimo proprietario, pubblico o privato che sia, voglia rientrare in possesso dell’immobile occupato ? E in particolare, come ci si deve comportare nel caso in cui gli occupanti non se ne vogliano andare, ma anzi rivendichino il diritto di restare fino a quando loro aggrada?
Riconosciamo il diritto del proprietario di rivolgersi alla Pubblica Autorità per rientrare in possesso di un bene che gli appartiene e per farne l’uso che ritiene più opportuno, nel rispetto delle leggi e delle norme?
A questa seconda domanda, noi rispondiamo di si, senza il minimo dubbio. Il proprietario ha il pieno diritto di rientrare in possesso di ciò che gli appartiene. Voi, cosa rispondete ?
Abbiamo tuttavia una certezza rispetto a quanto accaduto con l’immobile di via Milano: in questa specie di gioco a rimpiattino che si è innescato, gli occupanti abusivi non vinceranno mai. L’unico risultato che otterranno sarà quello di creare ulteriori danni e disagi al resto della comunità. Non un bel risultato, purtroppo!
Da parte nostra confermiamo la nostra disponibilità a confrontarci sui temi relativi all’aggregazione ed al mondo giovanile, come abbiamo sempre fatto, in un percorso che sia all’interno del rispetto della legalità.
giovedì 23 ottobre 2014
A PROPOSITO DI GIOVANI! SUCCEDE A SARONNO!
Nella primavera del 2008 noi ragazzi del PD esordimmo con lo slogan: “Saronno è anche tua, mettiti in gioco!”.
All'epoca il Partito Democratico era appena nato e come giovani volevamo esserne
parte attiva. Volevamo cambiare Saronno, per far sí che le realtà giovanili
esistenti venissero valorizzate e che fosse sempre più facile farne emergere di
nuove.
Quello che dovrebbe distinguerci
come partito di centrosinistra è l’attenzione a realizzare pari opportunità per
tutti i giovani, indipendentemente dalle risorse economico-sociali di partenza.
Dal nostro partito abbiamo sempre
preteso lo sforzo che le iniziative realizzate per e dai giovani fossero il più
possibile accessibili a tutti, ovvero gratuite e laiche.
A distanza di quasi sette anni dalla nascita del Partito Democratico a
Saronno, le opportunità per i giovani della città, nonostante la crisi
economica, appaiono visibilmente migliorate. Il merito non appartiene certo
ad una sola parte politica, né andrebbe attribuito in primo luogo alla
politica. Anzi, si potrebbe dire che sia stata proprio la “società civile”, il mondo delle associazioni ma anche del
commercio a fare la differenza.
Oggi il centro di Saronno di sera è più vivo, con bar aperti e
frequentati fino a tardi. Lo stesso Parco
del Lura, una volta posto “malfamato”, è ormai diventato un punto di ritrovo dove svagarsi e stare assieme.
Inoltre, c'è lo Spazio Anteprima, un
luogo dedicato ad eventi artistici, culturali, musicali e di aggregazione
giovanile, reso possibile dalla vittoria di un bando nel 2008 e portato avanti
grazie alla continua collaborazione fra il Comune ed un’associazione di giovani
volontari. Un altro brillante progetto é “Biblio.net: attivazione di connessioni
creative”, che dal 2012 anima la biblioteca di Saronno con iniziative volte
a promuovere processi di cittadinanza attiva, scambio culturale e coesione
sociale. Come non citare poi il Tavolo
Giovani di Saronno, finalmente collegato alla Consulta giovanile sovra-distrettuale, esempio per eccellenza di partecipazione
e rappresentanza territoriale giovanile, indipendentemente da ogni appartenenza
politica o consociativa?
Sebbene tutte queste opportunità
per i giovani siano nate e/o si siano sviluppate – com’è giusto che sia – in
maniera autonoma, il Partito Democratico
ha imparato a riconoscerne i meriti ed a promuoverle nel concreto. Non tutte le
amministrazioni, viste le difficoltà che colpiscono i bilanci comunali in
questi tempi, avrebbero continuato a finanziare anche le attività culturali e
ricreative giovanili. Al contrario, noi crediamo nell’importanza strategica di dare
ascolto alle richieste dei giovani e – perché no? – incentivarli ad esprimerne sempre di nuove.
Elemento imprescindibile per andare incontro a tali richieste è
però che si possa farlo nel rispetto
della legalità. Volendo riprendere lo slogan del Telos, anche “la nostra legge è la libertà”. Ma c’è
una differenza fondamentale: noi non vogliamo
la libertà dallo Stato, vogliamo la libertà nello Stato. Noi crediamo che per
essere veramente liberi sia necessario uno Stato di Diritto, in grado di
tutelare l’esprimersi della libertà di ciascuno nel rispetto di quella altrui. Altrimenti
vige la legge del più forte e lo spazio se l’arroga chi più sgomita.
In quest’ottica, pensiamo sia un
peccato non trovare una soluzione che riconduca a qualche forma di legalità le richieste
di spazio da parte dei giovani. Come
ragazzi del PD continueremo a metterci in gioco, per promuovere fra i giovani Saronnesi
una cittadinanza il più possibile attiva e democratica.
martedì 14 ottobre 2014
NUOVA PROVINCIA: IL VENTO CHE CAMBIA
Una bella prova quella che ci ha portato all’elezione di
Gunnar Vincenzi come Presidente della nuova area vasta (ex provincia) di
Varese.
Una vittoria costruita con pazienza e che ha premiato l’uomo
migliore. Un lavoro iniziato anni fa, volto a ricreare una cultura di governo
nel centro sinistra anche in provincia di Varese dopo un ventennio targato Lega
e PdL.
Ancora più dolce è la vittoria se consideriamo che anche il
nostro consigliere comunale Alfonso Attardo è stato eletto all’interno del
nuovo consiglio, con un notevole risultato in termini di preferenze. Un
risultato figlio della compattezza con cui la maggioranza consigliare di
Saronno ha saputo esprimere la propria forza, riscontrata anche all’interno di
tutta l’Area del Saronnese che finalmente è riuscita a far sentire unita la
propria voce. Tutto ciò ci fa ovviamente ben sperare per le prossime elezioni
del 2015, è stata la prova che la nostra
base ed il nostro radicamento sono forti.
I temi su cui dovrà lavorare la nuova provincia sono
moltissimi e tutti importanti, così come le criticità ereditate dalle passate
amministrazioni e dal Commissario Galli, di cui il nuovo ente si dovrà far
carico: rilancio dell’occupazione, tutela dell’ambiente e del territorio,
istruzione e trasporti sono solo alcune delle tematiche che saranno al centro
dell’attività del neo presidente Vincenzi.
Per tutto il Saronnese da oggi si apre una fase nuova, con
un nuovo ruolo all’interno della provincia di cui fa parte: non più una terra
di confine e poco considerata, se non come bacino elettorale, ma una parte
importante della provincia stessa, la quale ascolterà tanto le richieste quanto
le proposte provenienti dal nostro territorio.
La sfida è importante, sarà giusto giocarla e sarà bello
vincerla! Ora iniziamo a lavorare, certi che il cammino sarà difficile.
Partiremo con due temi che ci stanno molto a cuore: l’acqua e la risoluzione
della questione GiBi Grassi.
Francesco Licata @francodado – Segretario PD Saronno
Alfonso Attardo – Consigliere comunale e provinciale
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